Italiana trapiantata in Alsazia, Sara Maternini è una di quelle creative dalle tantissime sfaccettature, ognuna delle quali è una piacevole scoperta! Come lei stessa dichiara, non potrete non divertirvi lavorando uno dei suoi pattern, sempre con la garanzia di avere delle istruzioni dettagliate e precise.
La cura estrema per i dettagli, unita al desiderio di sperimentare e divertirsi creando, sono proprio i tratti distintivi del lavoro di Sara, come testimoniano anche le sue bellissime borse porta lavoro, per le quali forse è più nota, che vanno sotto il marchio di La cave à laine: realizzate in materiali 100% naturali, con minimo scarto, ideate e cucite a mano dalla stessa Sara, sono l’accessorio immancabile per noi sferruzzatrici!
Determinata, precisa, creativa, attenta all’ambiente: Sara rispecchia a mio avviso benissimo la donna (e la knitter) contemporanea, capace di reinterpretare la tradizione nel proprio tempo ma con il proprio tratto originale.
Lasciamo dunque la parola a Sara.
Buona lettura!
Il tuo primo ricordo legato al mondo della maglia
Con mia nonna, in cucina. Avrò avuto 6 o 7 anni e mi ha insegnato il diritto (niente rovescio, niente montaggio delle maglie: solo il diritto). Avevamo realizzato una coperta per la poltrona fatta di numerosi quadrati colorati.
Tre aggettivi per descrivere il tuo stile
Moderno, colorato e divertente
Filato preferito e filato che proprio no?
I miei filati preferiti variano e spaziano tra fibre e spessori. Inizialmente la mia scelta si basava esclusivamente sul colore, senza pensare alle differenti fibre. Da un po' di tempo a questa parte do molta più importanza alle fibre che al colore. E anche al tipo di filatura: lo stoppino non posso più vederlo, anche se rimane uno dei fili preferiti dai tintori, per la facilità con la quale prende il colore.
Un filato che proprio no, non per snobbismo, ma perché la vita è corta e c'è già abbastanza plastica nel mondo, è l'acrilico e tutte le fibre che non provengono dalla natura.
Quale tra i tuoi pattern consiglieresti ad un principiante?
La maggior parte dei miei pattern sono adatti a principianti. Lo scialle che consiglio sempre per iniziare è A Tassel a Day: semplice, veloce, adattabile. Se ci si vuole cimentare nei ferri accorciati e divertirsi con i colori, Tavolozza è perfetto. Per cambiare forma e costruzione, ma senza aggiungere altre tecniche, Back to Stripes è uno scialle veloce e simpatico.
Quale, invece, tra le tue creazioni è quella che preferisci e perché?
Non ho un preferito, ma svariati. Di solito il preferito è sempre l'ultimo che ho finito, perciò in questo caso il collo Amabilis.
In assoluto uno dei miei preferiti è lo scialle Ad Infinitum: è rosso!
Da cosa trai ispirazione quando crei un nuovo design?
Dipende.
Spesso dalla lana: ritrovo una matassa nella mia collezione o ne compro una che mi piace particolarmente e mi lascio trasportare da quello che la lana vuole diventare. So che sembre un po' folle e new age, ma un gomitolo di lana sa sempre quello che può diventare, ma soprattutto lancia chiarissimi segnali quando lo obblighiamo a diventare qualcosa che non vuole.
Alle volte parto da un'idea che ho avuto, alle volte da un punto che ho visto su uno dei miei dizionari di punti, alle volte mi lascio ispirare da un bisogno (un cappello per uno dei miei figli, un collo per mio marito...)...
Il processo però rimane quasi sempre lo stesso: trovata l'ispirazione inizio a fare qualche schizzo. Una volta soddisfatta, passo a un foglio excel dove imposto tutto (aumenti, diminuzioni...) in modo da sapere fin da subito il numero esatto di punti che avrò sul ferro alla fine di ogni riga o giro. Poi passo alla creazione delle diverse griglie di pizzo per essere sicura che il punto scelto sia adatto alla forma che voglio realizzare. Il campione viene realizzato o in questo momento o anche all'inizio, per vedere come la lana si comporta.
Mi piace sempre realizzare un campione piuttosto grande, a maglia rasata, in modo da avere una base sulla quale lavorare. Ci sono colori che a maglia rasata sembrano vomito di clown e che invece vengono esaltati dal legaccio. E viceversa!
Mentre lavoro il capo prendo mille mila appunti, e spesso inizio a scrivere il pattern definitivo a inizio lavoro.
Una volta terminato il capo, la stesura del testo, e le foto, mando il pattern alla mia tech editor. Passaggio fondamentale e imprescindibile: nessuno dei miei pattern è pubblicato senza che venga corretto da una tech editor professionista.
Gli errori possono continuare ad esserci: siamo tutti umani. Ma un secondo paio di occhi professionali è essenziale.
Una volta che il pattern ha la sua forma definitiva, passo alla traduzione in francese e italiano.
Se il capo è particolarmente complesso, posso anche pensare a lanciare un test prima di pubblicarlo.
Comfort knitting? E comfort food?
Comfort knitting: uno scialle triangolare a legaccio! Che poi è sicuro che dopo 30 righe inizio ad annoiarmi e ci aggiungo pizzo, o cambio aumenti, o ne aggiungo, o lo rendo asimmetrico...
Comfort food: un purè di patate, puro e semplice.
Lavorare a maglia adesso è importante perchè….
è un modo per occupare le mani e il cervello, per rimanere attive anche nei momenti di ozio, per produrre qualcosa con le nostre mani, la più grande soddisfazione che ci sia!
Ringrazio di cuore Sara per la sua disponibilità e vi invito a non perdervi nessuno dei suoi interessantissimi progetti. Ecco tutti I link:
web https://www.lacavealaine.com/
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instagram https://www.instagram.com/lacavealaine/
ravelry https://www.ravelry.com/people/SaraMaternini
pinterest https://www.pinterest.it/lacavealaine/
Grazie per questa bella intervista!