Continua il nostro viaggio nel mondo dei designer italiani: oggi parliamo con CECILIA FLORI, aka "ceciknits".
Trovare informazioni sul percorso di Cecilia, che si intuisce esser una persona riservata, non è stato semplicissimo, ma i suoi lavori sono sicuramente più eloquenti di qualsiasi biografia.
Architetto e sferruzzatrice appassionata, Cecilia ama incorporare nei suoi modelli la ricerca tridimensionale e la sperimentazione.
Curiosare nella sua pagina Ravelry è come leggere tante storie diverse con riferimenti che spaziano dalla letteratura alla musica e, certamente, all’architettura.
Appassionata di cappelli, Cecilia nel suo curriculum vanta anche importanti collaborazioni internazionali del calibro di Brooklyn Tweed e Woolfolk.
Cecilia è inoltre autrice di un’interessantisima collezione, The Chance Collection, dedicata “a coloro che sanno che il lavoro a maglia non è fatto solo di ferri e filati”.
Lasciamo dunque la parola a ceciknits
Buona lettura!
Il tuo primo ricordo legato al mondo della maglia
Forse il rumore della macchina da maglieria di mia madre, ma ero piccolissima ed è durato poco (quando è arrivato mio fratello è sparita!). Poi verso i dieci anni i tubini a maglia per la Barbie, sulla base di poche e scarne indicazioni di mia madre, molto imparare con gli occhi e tanti errori.
Tre aggettivi per descrivere il tuo stile
Non credo di avere uno stile ma le cose che lavoro a maglia, da modelli altrui o da miei progetti, mi piacciono semplici ma non banali, con linee pulite e una costruzione interessante.
Filato preferito e filato che proprio no?
Li uso tutti, anche i più improbabili, e mi piace mischiarli. A parte il 100% acrilico non ho idiosincrasie particolari.
Quale tra i tuoi pattern consiglieresti ad un principiante?
Il chal forse è il più adatto, ma con un po' di curiosità e una buona dose di spirito d'avventura anche i miei cappelli potrebbero andar bene: c'è da divertirsi, credo.
Quale, invece, tra le tue creazioni è quella che preferisci e perchè?
Non ho preferenze, ogni progetto ha avuto ed ha ancora la sua ragion d'essere, ma per motivi personali sono molto legata ai miei mille splendidi soli.
Da cosa trai ispirazione quando crei un nuovo design?
Davvero da tutto, è non è un modo per eludere la domanda. Ma non parlerei tanto di ispirazione quanto piuttosto delle risposte che scegli di dare con la maglia alle domande che in quel momento ti pone quello che vedi, ascolti, annusi, leggi, tocchi, e via così.
Comfort knitting ? E comfort food?
Il massimo del piacere per me è fare il campione, il primo passo di quella specifica idea insieme a quel particolare filato, quei ferri e quel punto: non c'è niente di più appagante dei nuovi inizi. Per quanto riguarda il cibo l'elenco è lungo e la mia taglia lo testimonia; comunque colleziono barattoli speciali di Nutella: serve altro?
Lavorare a maglia adesso è importante perchè….
La maglia non l'ho mai considerata né un passatempo né un "bene rifugio", e la prova recente è stata il fatto che durante il confinamento ho usato i ferri meno (e anche peggio) di sempre.
Credo piuttosto che sia sempre importante perché è uno strumento prezioso: per esercitare la nostra creatività, per connetterci a una tradizione millenaria e mantenerla viva rinnovandola costantemente, e per realizzare oggetti che ci piace indossare - uno spazio di libertà irrinunciabile.
Ringrazio davvero di cuore Cecilia per la disponibilità e, se già non lo fate, vi consiglio caldamente di non perdervi un momento del suo “diario eclettico e irregolare”:
instagram: https://www.instagram.com/ceciknits/
ravelry: https://www.ravelry.com/designers/cecilia-flori
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