Quarto appuntamento con le interviste di Filosofia, oggi parliamo con PAOLA ALBERGAMO.
La sperimentazione, i colori forti e le architetture insolite sono solo alcuni degli elementi che caratterizzano gli incredibili modelli di Paola Albergamo, una delle nostre designer più apprezzate sia in Italia sia all'estero. Nelle sue vite precedenti Paola è stata anche traduttrice e programmatore, adesso molti di voi la conosceranno soprattutto per le numerose declinazioni del punto brioche, convogliate nella pubblicazione "Il punto brioche" per Corrado Tedeschi Editore. Paola tiene anche diversi corsi in giro per l'Italia e in questo particolare momento, offre anche la possibilità di imparare il brioche con lei online.
La mia conoscenza con Paola è -purtroppo- solo virtuale, ma oltre all'indiscusso talento, sicuramente trasmette tanta passione e umanità, come potrete vedere anche in questa breve intervista.
Buona lettura!
Il tuo primo ricordo legato al mondo della maglia/uncinetto
Ehm. Forse una gonna che mia madre mi ha fatto a maglia? Mia madre non ha mai amato la maglia né l'uncinetto (anche se al limite preferiva il secondo) però a un certo punto si era sforzata di farmi qualcosa.
Le mie nonne non sapevano neanche lavorare, quindi la mia passione per i filati è qualcosa di mio, non sembra essere ereditata dalla mia famiglia.
Tre aggettivi per descrivere il tuo stile
Ho sempre avuto difficoltà con le autodefinizioni. Credo che sia impossibile vedere le proprie qualità e difetti in modo obiettivo.
Però se proprio devo, descriverei il mio lavoro di designer come sperimentale, colorato, insolito. Sei d'accordo con questi aggettivi?
Filato preferito e filato che proprio no?
Sarò banale, ma come fibra adoro il cachemire e lo yak, mentre non sopporto il cotone, tanto che ho regalato tutto quello che avevo in stash.
Come texture adoro i filati a catenella e odio il bouclè, come peso adoro il fingering e odio il cobweb, come colore adoro i rossi e odio il viola.
Quale tra i tuoi pattern consiglieresti ad un principiante?
Nessuno! A parte gli scherzi, proprio per il carattere sperimentale della maggior parte della mia produzione, ho ben pochi pattern adatti ad un principiante.
Fra i pattern più semplici che ho pubblicato (adatto a principianti non assoluti e un po' avventurosi) c'è lo scaldacollo gratuito pubblicato durante il lockdown e dedicato alla speranza per la fine di questo periodo, Hope Raises, che è anche stato nominato come concorrente al pattern del mese su Lovecrafts
Un altro pattern relativamente semplice fra quelli che ho pubblicato è la sciarpa ad anello Rhythmical Lines, che gioca con due colori utilizzando un semplicissimo punto passato.
Quale, invece, tra le tue creazioni è quella che preferisci e perchè?
Come molti creativi, il mio design preferito è il prossimo, quello che devo ancora fare. È per lui che mi struggo e non dormo cercando di risolvere tutti gli enigmi su come realizzarlo ed è per lui che in genere odio il modello a cui sto lavorando.
Al secondo posto c'è sempre il design che ho appena finito ma devo ancora pubblicare. In questo momento ne ho tre in questo stadio e avrei grosse difficoltà a scegliere fra uno di loro.
Se devo guardare ai modelli già fatti, forse devo riconoscere un posto speciale a Gocce, che è stato il primo design in cui ho utilizzato il mio concetto di lavoro modulare ed anche il primo ad essere pubblicato su una rivista internazionale, Knitty.
Un altro modello "storico" è Belle Epoque, che mi ha definitivamente fatto innamorare del punto brioche.
Fra le ultime creazioni, sono particolarmente soddisfatta degli scialli The Pink Arch e Madreperla
Da cosa trai ispirazione quando crei un nuovo design?
Amo l'arte contemporanea in tutte le sue espressioni, dai graffiti alle ricerche geometriche dal patchwork alla computer grafica. Non disdegno nemmeno i manga!
Comfort knitting? E comfort food?
Per me il lavoro a maglia non è comfort, è sempre ricerca. Difficilmente mi ci rilasso altrimenti mi annoio.
Il mio comfort food è il miele. Ne mangio tonnellate. Ne sono talmente appassionata da aver provato a diventare apicultrice nonostante il mio naturale terrore di tutti gli insetti che pungono! Ovviamente mi sono rivelata pessima in quell'attività, ma questa è un'altra storia...
Lavorare a maglia adesso è importante perchè…
Soprattutto per mantenere i fili di una comunità umana e solidale.
Ringrazio ancora di cuore Paola per la sua disponibilità, vorrei contraccambiare con un vasetto di miele delle nostre valli, ma mi sa che dobbiamo ancora aspettare per quello!
Di seguito tutti i link per rimanere aggiornati su modelli, pubblicazioni e corsi di Paola. Non perdeteveli!
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